DA VEDERE

​Nella centralissima piazza Cornaggia, si trova il Comune di Rivanazzano. Il palazzo municipale, di stile neogotico, fu progettato dal­l’ingegnere Dionigi Pozzoli di Voghera, i lavori furono appaltati nel 1906 e terminati il 24 marzo 1909. I lavori di realizzazione di questo magnifico palazzo vennero appaltati nel 1906 all’impresa Franzauti e quindi alla società Carlo Noce di Rivanazzano. L’opera, a seguito di alcuni contrasti e ritardi, fu completata il 24 marzo del 1909 ma solo il 16 ottobre del 1910 vi fu l’inaugurazione ufficiale. I contrasti erano sorti nel 1907 con l’ingegner Francesco Beccaria di Voghera subentrato a Dionigi Pozzoli nella direzione dei lavori. L’immobile è in stile gotico, è dotato di porticati ad arco acuto e finestre bifore al piano superiore, al cui centro spicca la balconata sormontata dalla torre dotata d’orologio. L’edificio è contrassegnato da merlature “a coda di rondine” che contornato tutto il tetto. In una sala del comune è posta una targa che ricorda la realizzazione del municipio. In cui si legge: “Questo è il Palazzo del Comune – Il Consiglio Comunale lo deliberò – Il 12 dicembre 1903 – Lo inaugurò il 16 ottobre 1910 – Rivanazzano in esso – Raccoglie le memorie del suo passato – Svolge la sua vita presente – Prepara con felici speranze il suo avvenire – A ricordanza della fausta data – Questo marmo si pose – il 21 giugno 1914”. Nella sala consiliare è conservato un antico affresco raffigurante “Nostra Signora della Neve”, trasportato su tela e recuperato da una vecchia Chiesa che era incorporata nella casa del Comune. L’opera del secolo XVI, fu fatta eseguire per volontà della popolazione. Questo affresco è conservato da tempo immemorabile nelle sale del vecchio municipio. Lo si deduce da un atto di convocato del 22 luglio 1843, avente per oggetto: “Sussidio alla popolazione per l’adempimento del voto di solennizzazione della festa di nostra Signora della Neve” dove si parla di un voto fatto nel lontano 1501 “di festeggiare con particolare pompa il giorno della ricorrenza di nostra Signora della Neve, in ringraziamento dell’ottenuto favore per di Lei intercessione della liberazione dal pestilenziale morbo”.

Testo di Alessandro Disperati