58 km che, dal Monte Chiappo, con un dislivello di oltre 1400 m, scendono veloci verso il Po: è lo Staffora un torrente irrequieto, solo apparentemente calmo, dalla discesa tormentata e dalle acque agitate, almeno nei lunghi periodi invernali, di piena. Eppure a guardarlo dalla strada è un placido rivolo d’acqua che da nome alla valle che attraversa, un torrente importante che in passato fu riva di ristoro per pellegrini e commercianti.

Lo Staffora infatti ricalca l’antica Via del Sale, la strada delle spezie che congiungeva le terre oltre le montagne ai porti vivaci sul tirreno, i boschi dell’Appennino agli spazi infiniti delle pianure fluviali.

Lo Staffora lambisce antichi borghi e centri abitati: il Borgo fortificato di San Ponzo, Ponte Nizza, Sant’Alberto di Butrio, Il Castello di Oramala, per poi, prima di arrivare al Po, attraversare Salice e Rivanazzano Terme, famosi per le sorgenti di acque sulfuree e salsobromoiodiche e per i rispettivi centri di cura termali.